Caso Giulia Tramontano, le ricerche shock di Impagnatiello mesi prima: “Come uccidere un feto con il veleno”

Ulteriori prove shock per gli inquirenti impegnati a dimostrare che l’omicidio della giovane incinta fosse stato premeditato dal compagno

Il caso di Giulia Tramontano continua a rivelare retroscena agghiaccianti. Sono emersi nelle ultime ore nuovi dettaglia sull’omicidio della giovane uccisa con freddezza, dal compagno e padre del figlio che portava in grembo, Thiago, Alessandro Impagnatiello.

Prima ancora di decidere di accanirsi sulla fidanzata, colpendola con più di trenta coltellate, il barista 30 enne di Senago, in provincia di Milano, avrebbe tentato un via più subdola, ma non meno crudele. Infatti, gli inquirenti hanno scoperto che Impagnatiello aveva fatto diverse ricerche sul Web su come uccidere Tramontano utilizzando del veleno. A tal proposito, come riportano i quotidiani, il presunto assassino avrebbe cercato in rete “come uccidere un essere umano con veleno per topi” e “come avvelenare un feto”. Se le prove venissero confermate, si tratterebbe di aggiungere una nuova aggravante alle accuse di omicidio contro Impagnatiello.

Le indagini sul corpo di Giulia Tramontano

Secondo i magistrati, nel computer del barman ci sono tracce inequivocabili della sua volontà omicida. Dalle ricerche effettuate, infatti, emergerebbe lampante e lucido il desiderio di Impagnatiello di eliminare la compagna e il figlio che portava in grembo, ritenuti ormai ostacoli alla nuova relazione che aveva avviato. E questo, prima di decidere di ucciderli a coltellate e nascondere il corpo di Tramontano, fingendo poi che fosse sparita nel nulla. Una enorme messa in scena che però non ha vinto contro le attente indagini degli inquirenti, ora al lavoro sull’accusa di premeditazione.

Caso Giulia Tramontano
Giulia Tramontano incinta di Thiago | Ansa – Newsby.it

In tal senso, gli avvocati stanno cercando di capire se Impagnatiello abbia tentato di somministrare del veleno a Tramontano, incinta di sette mesi, già nei giorni prima l’agghiacciante omicidio. Pertanto, i medici legali della Procura di Milano sono al lavoro sull’analisi del corpo della vittima per indagare sul presunto utilizzo del veleno che l’uomo avrebbe somministrato alla vittima, e che sarebbe stato assorbito anche dal feto, aggravando le accuse con l’ipotesi della premeditazione dell’omicidio.

Presunti complici e l’aggravante crudeltà

Le indagini sull’omicidio di Giulia Tramontano e del figlio che portava in grembo proseguono. Mentre si cercano ancora le ragioni dietro il crudele gesto di Alessandro Impagnatiello, i magistrati devono ancora capire le dinamiche dei fatti. In primo luogo, tra i vari nodi da sciogliere, è presente il sospetto che il ragazzo sia stato aiuto da presunti complici. Infatti, sotto il cellophane che avvolgeva il corpo di Tramontano al momento del rinvenimento del cadavere, i carabinieri del RIS di Parma hanno isolato e prelevato un capello su cui dovranno eseguire il test del Dna, per escludere la presenza di un’altra persona sul luogo del delitto. Per quanto riguarda gli investigatori, è stata già esclusa la presunta pista secondo cui Impagnatiello sarebbe stato aiutato dalla madre.

Omicidio Tramontano, i rilievi dei carabinieri
Omicidio Tramontano, i rilievi dei carabinieri nella casa a Senago | newsby.it

Tuttavia, le prove ancora da accertare e gli esami ancora da effettuare non coinvolgono solo l’analisi del capello rinvenuto sul cellophane. Infatti, gli inquirenti intendono fare luce anche sul momento esatto della morte di Giulia Tramontano, vale a dire se dopo la prima coltellata o le successive. Si tratta di un ennesimo dettaglio macabro, necessario però all’accusa per delineare ed eventualmente aggiungere anche l’aggravante della crudeltà nell’omicidio.

Gestione cookie