Dress code al ristorante, è legale la selezione all’ingresso?

Può un ristoratore rifiutarsi di fare entrare nel suo locale per un dress code sbagliato? È ammessa una selezione all’ingresso? Scopriamolo insieme

Si sà, ogni abito ha la sua occasione e in inglese viene chiamato dress code, un codice tacito in base al quale è bene vestirsi in base allo stile e all’atmosfera del luogo, come ad esempio l’abito lungo per una festa o in un ristorante, oppure indossare il tailleur a lavoro.

Recentemente l’attrice 26enne americana Zendaya ha dovuto rinunciare alla cena alla Terrazza Borromini, lussuoso ristorante sito nel centro di Roma a causa del suo look. A quanto sembra la pancia scoperta non rispetta il rigoroso dress code imposto dal ristorante.

Come bisogna comportarsi allora se il dress code crea problemi? Cosa fare se un ristoratore ci impedisce di entrare nel locale per il modo in cui siamo vestiti? E soprattuto può farlo?

Dress code al ristorante, cosa è cambiato ed è legale?

“L’articolo 187 del Testo Unico di Pubblica Sicurezza dice che non si può impedire l’erogazione di una prestazione essenziale – bar, ristoranti o hotel per intenderci – senza un legittimo motivo. Nel momento in cui il cliente vuole entrare in un ristorante e dimostra che può pagare, un ristoratore non glielo può impedire perché è vestito in un modo che non ritiene idoneo” afferma l’avvocato Elia Ceriani La Cucina Italiana.

Persone sedute al ristorante
Foto | Unsplash @Daniela Araya – 15giorni.it

“Ci sono delle eccezioni, – specifica l’avv. Ceriani – come suggerisce il buon senso. Per fare un esempio limite, è ovvio che in un ristorante non si possa mangiare a torso nudo. Del resto lo vietano anche diverse ordinanze comunali”.

Vero è che i casi di legge vanno però contestualizzati. “Il Testo Unico di Pubblica Sicurezza risale al 1940 e da allora le cose sono cambiate: se una volta era inimmaginabile presentarsi al ristorante senza cravatta, per esempio, oggi succede sempre più spesso e si nota molto meno” afferma l’avv. Ceriani.

Proprio per questo alcuni ristoranti hanno dovuto rinunciare all’eleganza: si può citare il caso di Le Bernardinil ristorante tre stelle Michelin sito a New York, nel cuore di Manhattan. Per anni ha imposto la giacca e la mise a disposizione di clienti che, nonostante  tutto – arrivavano in maniche di camicia, ha dovuto rinunciare all’eleganza.

Dopo lo scoppio della pandemia, non potendo più prestare giacche agli ospiti per via del rischio di trasmissione del virus, ha concesso di pranzare e cenare senza.

Chi può farla la selezione all’ingresso? E come fare se non possiamo entrare per via del dress code?

“I ristoranti hanno tutto il diritto di dare suggerimenti sull’abbigliamento, come del resto fanno spesso sui loro siti o profili social – afferma l’avv. Ceriani – La giacca per gli uomini, o un generico consiglio su un outfit idoneo all’atmosfera sono gli esempi più banali”.

Cameriere prende la comanda
Foto | Unsplash @Jessie McCall – 15 giorni.it

Cosa bisogna fare però se il ristoratore non ci fa entrare? “Bisognerebbe chiamare le forze dell’ordine, in modo che valutino il caso e decidano se dispensare una sanzione amministrativa al ristoratore” dichiara l’avvocato.

In sostanza i motivi legittimi per cui un ristoratore può tenerci alla porta comprende situazioni molto diverse dall’abbigliamento: “Se si disturbano gli altri commensali con comportamenti sopra le righe, allora sì: il ristoratore può impedire l’accesso o mettere un cliente alla porta, perché ha il dovere di garantire l’incolumità e la tranquillità degli altri clienti“.

In ogni caso è illegale la selezione all’ingresso al ristorante poiché è un esercizio che eroga attività essenziali. “Può però farlo una discoteca perché non rientra nell’elenco di questo tipo di attività”.

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