Pizze surgelate, quali sono le peggiori?

Pizza di pizzeria o surgelata? Spesso la seconda è più comoda, ma nasconde delle insidie in termini di bontà e salute

La celebre massima “Da un grande potere derivano grandi responsabilità” potrebbe sorprendentemente applicarsi al mondo della pizza, che ha acquisito lo status di simbolo globale di buon cibo e italianità. La pizza, icona della dieta mediterranea, ha conquistato cuori e palati in tutto il mondo, diventando un emblema alimentare condiviso universalmente. Tuttavia, il passaggio a versioni surgelate ha sollevato interrogativi sulla sua autenticità e sulla qualità nutrizionale.

Con l’avvento delle pizze surgelate, la praticità ha guadagnato terreno nella dieta italiana. Secondo il rapporto annuale sul consumo di prodotti surgelati in Italia 2022, il consumo pro-capite di surgelati ha raggiunto i 16,8 kg a persona, e le pizze surgelate occupano la quarta posizione tra i prodotti più consumati, nonostante una leggera diminuzione del 7% rispetto al 2021.

Il test di Salvagente

Per esplorare quanto le pizze surgelate si discostino dalla ricetta tradizionale e quanto siano influenzate dai processi industriali, sono state confrontate 20 diverse varianti in un test condotto dal Salvagente. Utilizzando la ricetta classica con ingredienti come farina di grano tenero, lievito di birra, pomodori pelati, olio extravergine di oliva, basilico fresco e mozzarella, il confronto ha evidenziato differenze significative tra i prodotti testati. Tra gli ingredienti sgraditi che si discostano dalla ricetta tradizionale, si trovano la margarina, il glutine di frumento, il grasso di palma e correttori di acidità. Questi elementi, tipici dei prodotti ultraprocessati, sono estranei alla cucina casalinga e sollevano preoccupazioni sulla qualità nutrizionale delle pizze surgelate.

pizza surgelata
Immagine | unsplash @stefancasafti – 15giorni.it

La classificazione alimentare Nova, proposta da studiosi brasiliani, definisce i cibi ultraprocessati come formulazioni industriali con molti ingredienti assenti nelle cucine domestiche, sottoposti a molteplici processi e contenenti aromi, coloranti, additivi e coadiuvanti tecnologici. Questi cibi sono associati a rischi per la salute come obesità, cancro e diabete di tipo 2.

Cos’è emerso dal test

L’analisi delle pizze testate ha mostrato una varietà di valutazioni, dal quasi ottimo a valutazioni mediocre, in base alla presenza di ingredienti sgraditi e al livello di industrializzazione del prodotto. Il test ha coinvolto 20 tra le marche più famose e acquistate in Italia, come Buitoni, Carrefour, Conad, Esselunga, Findus, Lidl, e molte altre. L’analisi si è concentrata sulla qualità e quantità degli ingredienti elencati sull’etichetta. Solo una delle 20 pizze testate si avvicina a un punteggio ottimo, diverse rientrano nella media e alcune sono state “bocciate” dal test. Le tre pizze considerate le peggiori sono:

LIDL TAVERNA GIUSEPPE PIZZA MARGHERITA ALTA
EUROSPIN TRE MULINI PIZZA MARGHERITA ALTA
CAMEO PIZZA REGINA ALTA

Queste pizze contengono ingredienti indesiderati come farina di riso, margarina, glutine di frumento, grasso di palma e altri.

Le riflessioni in merito

Il dibattito sulla dipendenza da cibo ultraprocessato, alimentato da marketing accattivante e aggressivo, si fa sempre più attuale. Mentre alcuni possono contestare la possibilità di essere dipendenti da cibo, l’uso di ingredienti progettati per suscitare desiderio e l’associazione a comportamenti alimentari problematici sono argomenti di discussione. La riflessione sulla pizza surgelata non si limita alla sua qualità nutrizionale ma apre un dibattito più ampio sull’industrializzazione del cibo e sulla necessità di fare scelte alimentari consapevoli. In un’epoca in cui i cibi ultraprocessati sono diventati parte integrante della dieta moderna, la saggezza di “non mangiare niente che la tua bisnonna non riconoscerebbe come cibo” può essere una guida per orientarsi in un mare di opzioni alimentari sempre più complesso.

Sebbene la praticità delle pizze surgelate sia indubbia, è fondamentale considerare attentamente gli ingredienti e i processi di produzione. Quando possibile, la scelta di optare per una pizza fresca fatta sul momento o preparata in casa con materie prime di qualità potrebbe essere una scelta più salutare. Per una visione completa dei risultati del test, si consiglia di consultare il numero di dicembre de Il Salvagente.

Può interessarti anche: “I supermercati preferiti dagli italiani secondo Altroconsumo”

Impostazioni privacy