Anziani, con screening al cuore si possono evitare 150mila morti

Secondo la Sicge, la Società Italiana di Cardiologia Geriatrica, promuovendo degli screening cardiologici salvavita come per i tumori, si potrebbero evitare circa 150mila decessi a cui possono andare incontro coloro che soffrono di forme gravi – quindi quelle non identificate precocemente o trascurate – di patologie delle valvole cardiache, come la stenosi aortica e l’insufficienza mitralica. Questi screening, secondo la Ssicge, dovrebbero raggiungere, a livello nazionale, l’intera popolazione over 65. 

A richiamare l’attenzione su questi dati è la stessa Sicge sulla base dei risultati preliminari del primo screening cardiologico per le patologie valvolari mai realizzato in Italia nell’ambito. In questo studio, chiamato Prevasc, si evidenzia come un anziano su tre presenti dei disturbi delle valvole cardiache non registrati. Dati che, rispetto alle ultime stime Istat, che evidenziavano come a soffrire di queste patologie fosse solo un over 65 su dieci, mostrano numeri molto più alti.

Lo studio

La ricerca ha coinvolto circa 1200 over 65, individuati in dieci piccoli borghi italiani – quindi con meno di 3mila abitanti – di diverse regioni italiane, che sono stati sottoposti a visita cardiologica con elettrocardiogramma ed ecocardiogramma. Lo studio è stato presentato martedì 4 luglio alla Sala stampa della Camera dei Deputati.

Degli strumenti medici
Immagine ! Pixabay @Bru-nO – 15gg.it

Dalla ricerca emerge come le attività di screening mirate siano fondamentali nell’individuare precocemente le patologie. “Dai dati raccolti nell’indagine conclusa a maggio, si osserva una prevalenza di circa il 30% di patologie valvolari nelle forme lieve e moderata, tre volte più alta rispetto a quella stimata fino ad oggi del 10-12%, con un’alta percentuale di ipertesi (83%), 19% di diabetici e 56% di dislipidemici. Tutte nuove diagnosi con sintomi silenti e fattori di rischio per cui gli anziani esaminati non erano in trattamento, in grado di generare negli anni successivi patologie cardiache clinicamente rilevanti”, ha dichiarato Niccolò Marchionni, presidente Sicge.

Alcune dichiarazioni

Per questo, secondo Alessandro Boccanelli, vicepresidente Sicge, è necessario adottare “programmi strutturati di screening salvavita come per i tumori mammario, colon-rettale e della cervice uterina. Ciò permetterebbe un aumento del numero delle diagnosi dall’attuale 25% al 60%, consentendo di intervenire precocemente in modo da aumentare la probabilità di sopravvivenza“.

Recentemente, secondo un nuovo studio pubblicato sulle riviste Cancers e Biosensor Base, un nuovo naso elettronico, un e-Nose, sarebbe in grado di riconoscere precocemente i tumori urologici, ovvero quelli riguardanti la vescica, il rene e la prostata. Uno strumento innovativo a disposizione dei medici, utile per arrivare ad una diagnosi precoce e poter dunque intervenire nella lotta contro questi mali. Questo sarebbe in grado di ‘fiutare’ le urine e dare una risposta affidabile su queste patologie: secondo quanto emerso dallo studio, l’affidabilità oscillerebbe tra il 71,8% e l’89,4%.

 

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