Brics, sì all’allargamento del club. E Putin difende l’invasione dell’Ucraina

Il blocco delle economie emergenti concorda sull’entrata di altri Paesi. In collegamento video, il presidente russo ha giustificato l’intervento militare: “Guerra scatenata dall’Occidente”

 

Da club ristretto a “famiglia” allargata. I Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), riuniti a Johannesburg per il 15esimo summit, hanno concordato sull’allargamento del blocco aprendo la porta a dozzine di candidati che spingono per entrare nel gruppo dei Paesi emergenti antagonista del G7.

A chiedere di accelerare il processo di apertura è stato il presidente cinese Xi Jinping: “Dovremmo consentire a più Paesi di unirsi alla famiglia Brics, al fine di rendere la governance globale più giusta e ragionevole“, ha detto intervenendo al vertice.

Secondo il Sud Africa, presidente del summit, sarebbero una quarantina i Paesi interessati a unirsi al blocco. Di questi, 22 – inclusi Iran e Venezuela – avrebbero già chiesto formalmente di essere ammessi al club.

Attualmente i Brics rappresentano il 40% della popolazione mondiale e un quarto del Pil globale.

Putin difende l’invasione dell’Ucraina

Al vertice dei Brics era assente Vladimir Putin, inseguito da un mandato di cattura spiccato dalla Corte penale internazionale. Al suo posto, il capo del Cremlino ha inviato il ministro degli Esteri Sergey Lavrov.

Collegato in video conferenza da Mosca, il presidente russo ha sfruttato il palco dei Brics per difendere ancora una volta l’invasione in Ucraina.

“Le nostre azioni sono dettate da una sola cosa, porre fine alla guerra scatenata dall’Occidente e dai suoi satelliti contro le persone che vivono nel Donbass”, ha detto a proposito del conflitto che dal 2014 ha visto contrapposti l’esercito di Kiev e i separatisti filo russi nell’Est del Paese. “Questa guerra brutale, una guerra di sterminio, è durata otto anni”.

“La Russia ha deciso di sostenere le persone che lottano per la loro cultura, per le loro tradizioni, per la loro lingua e per il loro futuro”, è stata la giustificazione già ripetuta in passato.

“È stato il desiderio di mantenere la propria egemonia nel mondo che ha portato alla grave crisi ucraina“, ha ribadito Putin.”Prima, con l’aiuto degli occidentali, in questo Paese è stato realizzato un colpo di Stato incostituzionale e poi è stata scatenata una guerra contro quelle persone che non erano d’accordo col golpe“, ha detto riferendosi alla caduta del governo filo-russo di Viktor Yanukovich dopo la rivoluzione di Maidan del 2014.

I Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica)
Foto EPA/GIANLUIGI GUERCIA / POOL

Sudafrica: soluzione politica in Ucraina

Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, dal canto suo, ha ribadito che il gruppo dei Brics continua a sostenere una soluzione politica per porre fine al conflitto in Ucraina.

Sulla stessa linea il Brasile. Il Paese “ha una posizione storica nel difendere la sovranità e l’integrità territoriale e tutti i princìpi delle Nazioni Unite”, ha detto il presidente Luiz Ignacio Lula da Silva, dicendosi pronto a unirsi “a uno sforzo che possa contribuire a un rapido cessate il fuoco e a una pace giusta e duratura”.

Il Sudafrica, a capo di una coalizione di Paesi africani, la Cina e il Brasile nei mesi scorsi hanno presentato proposte di pace per cercare di avviare un processo di dialogo tra Mosca e Kiev.

Mosca: pronti a rinnovare l’accordo sul grano

Putin si è anche detto pronto a ripristinare l’accordo sull’export del grano dai porti ucraini, ma a condizione che vengano rispettate le condizioni di Mosca, a partire dalla rimozione delle restrizioni imposte sulle esportazioni di cereali e fertilizzanti russi.

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