Ucraina, scaduto l’accordo sull’export del grano: rischio fame per milioni di persone

 La Russia non ha rinnovato l’intesa che ha consentito nell’ultimo anno di esportare 33 tonnellate di cereali in tutto il mondo. In pericolo la sicurezza alimentare dei Paesi più poveri

 

Fino all’ultimo si è sperato che l’accordo sul grano tra Russia e Ucraina venisse rinnovato così da scongiurare una crisi alimentare per milioni di persone, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. “L’accordo sul grano ucraino si è concluso. Di fatto, l’accordo sul Mar Nero ha cessato di funzionare oggi”, ha fatto sapere il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. “Sfortunatamente la parte relativa alla Russia di questi accordi ancora non è stata attuata, quindi la sua validità è terminata. Non appena la parte russa degli accordi sarà soddisfatta, la Russia ritornerà immediatamente all’attuazione dell’accordo”, ha spiegato a proposito degli “ostacoli” alle esportazioni russe di cereali e fertilizzanti.

Una decisione, ha precisato Peskov, che non avrebbe nulla a che fare con l‘attacco avvenuto oggi al ponte di Crimea.

Solo ieri il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si era detto convinto che il presidente russo Vladimir Putin volesse “portare avanti l’accordo” che nell’ultimo anno ha consentito di esportare oltre 33 milioni di tonnellate di prodotti cerealicoli dai porti ucraini sul Mar Nero garantendo la sicurezza alimentare di milioni di persone.

Condanno fermamente la mossa cinica della Russia di porre fine all’iniziativa per i cereali del Mar Nero, nonostante gli sforzi delle Nazioni Unite e della Turchia“, è stata la reazione durissima della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.  “L’Ue sta lavorando per garantire la sicurezza alimentare per le persone vulnerabili in tutto il mondo. I corridoi di solidarietà Ue continueranno a portare i prodotti agroalimentari dall’Ucraina ai mercati globali”, ha scritto sul proprio account Twitter la numero uno dell’esecutivo comunitario.

Vladimir Putin, presidente della Russia
Foto | Wikimedia Commons @Unknown author – 15giorni.it

Le conseguenze dello stop all’export di grano

Grazie all’accordo siglato nel luglio del 2022, che ha permesso all’Ucraina di esportare il proprio grano in sicurezza attraverso il Mar Nero, oltre mille navi cariche di cereali hanno salpato dai tre porti ucraini di Odesa, Chornomorsk and Yuzhny-Pivdennyi dopo che Mosca ha rimosso il blocco.

L’intesa ha consentito al Programma alimentare mondiale di inviare oltre 725 tonnellate di grano ai Paesi poveri, come lo Yemen, l’Afghanistan, l’Etiopia, il Sudan e la Somalia. Una linfa vitale che, se venisse meno, metterebbe a rischio la sicurezza alimentare di milioni di persone.

L’annuncio dato dal Cremlino ha avuto un effetto immediato sulle quotazioni dei cereali. A partire dai contratti future del grano con consegna a settembre, in salita del 3%.

Di fame usata come “arma” di guerra ha parlato  l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell. “È qualcosa di molto serio che creerà molti problemi a tante persone nel mondo”.

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