La Venere degli Stracci in fiamme risveglia la città di Napoli

La celebre opera di Michelangelo Pistoletto, installata presso la piazza Municipio solo lo scorso 28 giugno, è completamente ridotta in cenere. L’incendio è stato rilevato alle 5:30 di questa mattina

All’alba di questa mattina, mercoledì 12 luglio, la piazza Municipio di Napoli si è svegliata in fiamme. Alle 5:30 è stato rilevato un incendio che ha preso il posto dell’installazione artistica recentemente costruita nella piazza napoletana: la Venere degli Stracci. Si trattava di un’opera atta a raffigurare allo stesso tempo bellezza e povertà, realizzata da Michelangelo Pistoletto. Ora è ridotta in cenere.

L’opera di Michelangelo Pistoletto a Napoli

L’opera, installata a Napoli solo lo scorso 28 giugno, rappresenta una Venere gigante che osserva una montagna di abiti usati. Quel monte di stracci rappresenta tante cose, tra cui il contrasto tra bellezza e caducità, tra un valore eterno ed uno passeggero. All’interno di questa riflessione, il pensiero dell’artista corre subito alle pezze che arrivano sulle spiagge del Sud del Mondo a causa del consumismo degli Stati occidentali.

Non è un’opera nuova ma una riproposizione: era stata presentata per la prima volta da Pistoletto nel 1967 come la più grande e monumentale tra quelle realizzate dallo scultore. La riproduzione in piazza Municipio aveva rinnovato il legame ormai consolidato negli anni tra l’artista e la città di Napoli, riproponendo un dramma sempre più attuale e urgente: “Oggi dobbiamo costruire in modo orizzontale e circolare, il che vuol dire guardarsi attorno, voltarsi indietro, vedere in modo globale“, ha sostenuto Pistoletto, impegnato a creare un inquieto dialogo tra passato e presente.

Da un lato una montagna di stracci colorati e dall'altro la stessa installazione in fiamme in una piazza
Foto Ansa | 15giorni.it

Alta circa dieci metri, la Venere degli Stracci traeva ispirazione dalla Venere con mela dello scultore danese dell’Ottocento Bertel Thorvaldsen, e nei suoi acuti contrasti riusciva ad unire “bellezza e miseria – aveva commentato il consigliere per l’arte contemporanea e i musei della città, Vincenzo Trione – proprio come Napoli”.

Cosa sappiamo sull’incendio

Le fiamme dell’ingombrante opera d’arte stamattina hanno causato una densa colonna di fumo visibile in diverse zone della città. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, allertati prontamente da alcuni cittadini, insieme alla polizia municipale che, arrivata in pochi minuti in piazza Municipio, ha avviato le prime indagini sull’accaduto e il movente.

A quanto pare le fiamme sono partite dalla montagna di indumenti per poi ridurre in cenere la grande scultura di Venere, appoggiata a questi. Resta ancora ignota al momento l’origine dell’incendio, ma subito dopo l’installazione dell’opera a fine giugno, erano già stati avanzati dubbi sulla sicurezza, dato che l’opera non era protetta in alcun modo. Secondo il deputato Francesco Emilio Borrelli questo paventava un alto rischio di “bravate notturne”, una preoccupazione questa espressa pubblicamente, alla quale Sergio Locoratolo, coordinatore delle attività culturali del Comune e curatore del progetto, aveva risposto rassicurando che i panni fossero completamente ignifughi, proprio per essere protetti sia dai vandali che dagli agenti atmosferici.

Struttura della Venere presa a Fuoro tutta annerita dalle fiamme e dal fumo con dietro un castello di Napoli
Foto Ansa | @CiroFusco – 15giorni.it

Resta quindi a maggior ragione da chiarire come le fiamme abbiamo potuto attecchire su materiale trattato per essere fuoco-repellente e quale possa essere la genesi del rogo, ma già si pensa che possa essere di natura dolosa.

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