Wagner in Bielorussia, il fianco Est della Nato in agitazione. Stoltenberg: “Pronti a difenderci”

L’esilio del capo della Wagner Prigozhin in Bielorussia minaccia i Paesi orientali dell’Allenza atlantica. Il segretario generale rassicura: pronti a rispondere a Mosca e Minsk
L’arrivo del capo della Wagner Yevgeny Prigozhin in Bielorussia, dopo la fallita “marcia su Mosca“, innervosisce la Nato. Almeno il fianco Est dell’Alleanza atlantica, preoccupata della minaccia che il dispiegamento dei mercenari russi nel Paese potrebbe rappresentare per i vicini orientali: “Se Wagner dislocasse i propri serial killer in Bielorussia, per noi il pericolo di instabilità sarebbe persino più grande“, è stato l’affondo del presidente lituano Gitanas Nauseda ieri a margine di una riunione all’Aia. “La cosa è davvero preoccupante. E richiede da parte della Nato scelte decise e risposte molto, molto dure“, ha rincarato la dose l’omologo polacco Andrzej Duda.

La rassicurazione della Nato: pronti a difenderci

Immediate le rassicurazioni del numero uno della Nato, Jens Stoltenberg: “Ciò che è assolutamente chiaro è che abbiamo inviato un chiaro messaggio a Mosca e a Minsk: la Nato è lì per proteggere ogni alleato, ogni centimetro del territorio della Nato”, le sue parole rivolgendosi alla stampa. Insomma  “nessuno spazio per malintesi a Mosca o a Minsk sulla nostra capacità di difendere gli alleati da qualsiasi potenziale minaccia e ciò a prescindere da quelle che crediamo saranno le conseguenze finali del movimento delle forze Wagner”.
E d’altra parte,  ha aggiunto gettando acqua sul fuoco, “credo solo che sia troppo presto per esprimere un giudizio definitivo sulle conseguenze del fatto che Prigozhin si sia trasferito in Bielorussia e che molto probabilmente anche alcune delle sue forze saranno trasferite in Bielorussia. È troppo presto per dirlo”.
Un cappello a terra, sullo sfondo della guerra in Ucraina
Foto Pixabay/Алесь Усцінаў – 15giorni.it

L’accordo Putin-Prigozhin mediato dalla Bielorussia

Prighozin è arrivato in Bielorussia ieri dopo l’accordo negoziato dal presidente bielorusso Alexander Lukashenko, sodale del presidente russo Vladimir Putin. Una soluzione per ricomporre la frattura seguita al temuto colpo di Stato guidato dal capo della compagnia di mercenari russi. Secondo i termini noti dell’accordo, le accuse a carico dell’ex “cuoco di Putin” sono decadute in cambio del suo “esilio” appunto a Minsk. Mentre ai mercenari della Wagner sono state prospettate due possibilità: o licenziarsi dal gruppo per entrare nelle file dell’esercito regolare o riparare anche loro in Bielorussia.
Abbiamo già aumentato la presenza militare nel fianco orientale dell’Alleanza e nel prossimo vertice della Nato ci apprestiamo a perdere ulteriori decisioni per rafforzare ulteriormente la nostra difesa con più unità di risposta rapida“, ha precisato Stoltenberg facendo riferimento al summit dell’Alleanza in programma a Vilnius, in Lituania, l’11 e il 12 luglio prossimi.
Sullo sfondo resta la guerra in Ucraina che intanto prosegue. In proposito il segretario generale della Nato ha rassicurato Kiev: “Non dobbiamo sottovalutare la Russia. Adesso è importante più che mai continuare a fornire all’Ucraina tutto il supporto necessario”.
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